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Di cosa siamo CAPACI: per non dimenticare il dovere della legalità

La Fondazione Falcone, in occasione del 29° anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio ci invita a non dimenticare.

di Antonella Agata Di Gregorio

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Di cosa siamo CAPACI? È questa la domanda lanciata con forza dalla Fondazione Falcone, in occasione del 29° anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio. Per non dimenticare quello che è accaduto quel 23 maggio 1992 sull’autostrada che collega l’aeroporto di Palermo alla città, in corrispondenza dello svincolo di Capaci, quando una terribile esplosione ha investito le vite di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e di tre agenti di scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani. Per non dimenticare quello che è accaduto soltanto 57 giorni dopo, quel 19 luglio 1992 a Palermo, in via D’Amelio, quando una terribile esplosione ha spazzato via la vita di Paolo Borsellino e di cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
Storie di uomini e donne che si sono opposti con orgoglio e coraggio ad un sistema asfittico di illegalità che non lasciava spazio ad una società civile. Uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita non per un ideale qualsiasi e svuotato di significato, bensì per lo Stato, per i cittadini, per la comunità…lasciati soli da quello stesso Stato e da quegli stessi cittadini, colpevoli di non voler vedere o sentire la vera realtà che sommessa traeva linfa dall’illecito volto della città.
Sono passati 29 anni e dopo innumerevoli indagini non è ancora venuta fuori la verità, quella scomoda a troppi, quella che si preferisce insabbiare per non far crollare un sistema ben radicato…”Le nostre coscienze debbono svegliarsi”, questo è quello che Paolo Borsellino ha affermato durante il suo discorso alla veglia in memoria di Giovanni Falcone, il 20 giugno 1992 a Palermo. Proprio in quell’occasione, Borsellino affermava di Falcone: “la sua vita è stata un atto d’amore verso questa città, verso questa terra che lo ha generato. Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli sono stati accanto in questa meravigliosa avventura, amore verso Palermo, ha avuto ed ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era ed è possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene”. E continuava ancora, affermando che tutti noi abbiamo un debito verso di loro e “dobbiamo pagarlo, gioiosamente, continuando la loro opera: facendo il nostro dovere..”.
Il dovere della società di oggi è fondamentalmente quello di trasmettere ciò che è avvenuto alle nuove generazioni, per far sì che quel sacrificio non sia vano, ma costituisca la base per la creazione di una comunità interamente improntata sui valori della legalità.
E a fronte di così tanta corruzione, di così tanta violenza, di quelle forme di malvivenza che tutt’oggi innervano la vita quotidiana dello Stato, non ci si può esimere dal domandarsi che valore hanno la legalità, la giustizia e, non ultima, la verità. Alle domande dei più piccoli resi partecipi della memoria di questi eventi che hanno stabilito un corso nuovo della storia, in quanto hanno squarciato finalmente il velo che occludeva la vera realtà di molti ‘fatti’, come si può rispondere che ancora oggi quello per cui hanno perso la vita quei servitori dello Stato persiste ancora..come dire che, al di là di celebrazioni e commemorazioni, si continua ancora a cercare profitto nell’illegalità, ai danni del bene pubblico..come dire che proprio all’interno di quello Stato, per il bene del quale si sono sacrificate fin troppe vite, si intessevano trattative ai danni della collettività. Non ci sono parole adatte per spiegare ciò che è ancora inspiegabile, perché si continua volutamente a celare.
Il loro messaggio oggi, più che mai attuale, deve essere un monito per questa, ma soprattutto, per la futura società, auspicando che finalmente ognuno cooperi e collabori alla costruzione del bene comune, allontanando e condannando ogni forma di violenza, di malvivenza, di illegalità. E allora proprio con questo obiettivo Palermo chiama l’Italia, chiedendo ad ognuno se si è ancora CAPACI di scegliere da che parte stare, se ancora nel 2021 si ha il coraggio di portare il grande peso dell’eredità di Falcone e Borsellino.

 

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