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Davide Pappalardo: intervista in noir

Davide Pappalardo: intervista in noir

sabato 5 novembre, Davide Pappalardo, autore di “Milano Pastis” e “Buonasera (signorina)”, ha incontrato i fan ad Acireale (CT) nel mini evento “Un selfie d’autore”. Lo scrittore noir Intervista di Guglielmo Paradiso.

Sabato 5 novembre, il giallista acese Davide Pappalardo, in occasione dell’uscita del suo secondo noir Buonasera (signorina), pubblicato da Eclissi editrice, ha voluto regalare ai suoi concittadini – strappandoli dal tedio del weekend – il mini evento Un selfie d’autore svoltosi nell’Edicola Brischetto di Piazza Europa, meta memorabile di tanti acesi appassionati d’Informazione.

Davide Pappalardo e Guglielmo Paradiso

Lo scrittore Davide Pappalardo e il book reviewer Guglielmo Paradiso (foto di Arcangela Trimarchi).

La città ha potuto godere di una iniziativa culturale tanto simpatica; durante l’incontro, Pappalardo ha dispensato autografi e volumi freschi di stampa; dal canto loro, i fan – hanno potuto farsi immortalare in compagnia dell’autore, che ha pubblicato gli scatti sulla pagina Facebook  e Instagram dedicate al suo ultimo noir, e farsi bersagliare – divertiti – dall’inesauribile verve ironica dell’ormai consolidato scrittore.

Davide Pappalardo da anni trapiantato al Nord, infatti, porta con sé imperituro nel cuore il ricordo della Sicilia e della sua amata città; e così, lavoro consentendo, il giallista non perde occasione tra le varie tappe dei suoi tour letterari di tornare, seppur brevemente, ad Acireale per riabbracciare familiari, vecchi amici e lettori.

E proprio in occasione del suo ultimo rientro in patria, ho voluto incontrarlo per un’intervista nella quale l’autore si è calato, divertito e divertendomi, in uno dei tanti duri che costellano i suoi libri.

sinossi noir "Buonasera (signorina)"

 

Davide quando è nata la passione per il giallo e come ti sei scoperto scrittore?

Qualche anno fa, mia madre mi consegna un vecchio quaderno. Do un’occhiata e sto per buttarlo nella spazzatura, quando la mia vecchia (scusa mamma, ma devo esprimermi così se voglio calarmi nel personaggio) ferma la mia mano. «Mai sei scemo?» Il quaderno conteneva, infatti, un racconto ambientato nei “bassifondi” di S. Venerina, protagonisti tre giovani investigatori alle prese con un mistero misteriosissimo. Ho iniziato così, tanti anni addietro ormai, ma ancora non mi sono scoperto scrittore. Ho solo scritto due romanzi e pubblicato una raccolta di racconti. Un paio di romanzi non fanno di me un scrittore, non che conti il numero però.
Comunque,ho deciso di cominciare a fare sul serio quando mi sono trasferito a Bologna. Amo questa città, pur con tutte le sue contraddizioni. A Bologna ho trovato un fermento culturale favorevole. Qui ho frequentato dei corsi di scrittura che mi hanno costretto a cimentarmi nella narrazione.

Il tuo primo libro, Milano pastis, ha riscosso un grande successo ed è stato pubblicato da Nerocromo, la raccolta di racconti La versione di Mitridate invece da Zona Contemporanea, mentre il terzo – Buonasera (signorina) – con Eclissi Editrice; qual è il tuo rapporto con le case editrici?

Milano Pastis come esordio non è stato male in termini di vendite, considerato che alle spalle non avevo un grande gruppo editoriale né chissà quale distribuzione, anzi. Zaino in spalla e piedi piatti (e storti) mi sono dato da fare e ho organizzato 13 presentazioni, girando in lungo e in largo, dalla Sicilia, passando per Brindisi e la Toscana fino ad arrivare sulle montagne piemontesi. Così facendo, sono riuscito a portare a casa qualche risultato.
Posso dire quindi di aver fatto molto da solo.
Il rapporto con le case editrici è, comunque, sempre improntato sulla collaborazione. Io chiedo sempre di fare questo e quello, ho mille idee che portano in ebollizione il cervello e le propongo. Non tutto è fattibile. Comunque sia con Eclissi, la casa editrice con cui ho pubblicato appunto questo secondo romanzo, sia con il distributore mi sto trovando molto bene. C’è un rapporto diretto e ti parlo di realtà solide. Sento spesso sia editore che distributore (pensa tu a quanto posso essere rompi), e a volte devo ricordarmi che non ci sono solo io nella loro scuderia.

Il tuo autore giallistico o noir preferito?

Ne ho “millecinquecentosessantaduevirgolatre”, col tre periodico, ma non li elenco tutti per ragioni di tempo. Più che dal giallo classico, che comunque non disprezzo, sono attratto dal noir e dall’hard boiled. Sputo qualche nome: James Ellroy per il noir metropolitano, Edward Bunker per le sue storie criminali, i francesi Izzo e Manchette, Scerbanenco come rappresentante per l’Italia,  Raymond Chandler e Dashiell Hammet per l’hard boiled.

La Sicilia di certo ben conosce la piaga del crimine organizzato, come mai le tue opere sono sempre ambientate a Milano e come mai questo interesse per la mala marsigliese?

Temo che sia perché ho in odio così tanto la mafia da non riuscirne a scrivere. Non che le altre mafie o criminalità organizzate (o disorganizzate) mi stiano simpatiche, ma quando creo i miei personaggi, anche quelli più lerci e negativi, mi affeziono a loro.
L’interesse per i marsigliesi nasce da una interlocuzione che si era aperta con uno sceneggiatore, in vista di un lavoro in comune, ed è cresciuto tramite la ricerca sul campo. Ho studiato i casi, a partire da quello della rapina di via Monte Napoleone a Milano a cui ho dedicato il primo romanzo. Per dare continuità a questa scelta di Milano e perché la dimensione di un noir, a mio avviso, è soprattutto metropolitana (dove girano soldi e dove ci sono affari, si creano connivenze e mette piede un certo tipo di criminalità) ho deciso di ambientare anche il secondo romanzo a Milano.

Vedremo mai una delle tue opere ambientate in Sicilia?

Non so se faccio bene, ma voglio darti un’anticipazione. Ho in mente due progetti ambientati in Sicilia. Il primo un giallo classico, che si svolge su due piani temporali: al presente a Bologna e al passato, negli anni ’90, proprio ad Acireale. Chissà perché poi gli anni ’90. Forse perché eravamo giovani? Ma lo siamo ancora!
Il secondo progetto è un romanzo storico. Mi affascina moltissimo la storia dei Normanni nel Sud Italia e in particolare in Sicilia. Un manipolo di guerrieri mercenari riuscì in poco tempo a dominare vasti territori e piegare le resistenze di imperi e a far convivere le popolazioni più disparate.

Il protagonista del romanzo così come qualche personaggio secondario, sono siciliani e parlano spesso dei loro ricordi sull’Isola; sono manifestazioni della nostalgia che l’emigrato Davide Pappalardo, da anni trapiantato a Bologna, prova per la sua terra?

Sono andato via a quasi 26 anni, prima a Roma per circa dieci anni, e poi a Bologna. È normale avere nostalgia per alcuni aspetti che riguardano il passato e le proprie radici. In qualche modo, sarai sempre un esiliato; sai che qualcosa te la stai perdendo, magari a favore di altro e, allora, l’unica cosa che puoi fare è far vivere questi aspetti della tua Terra attraverso la forma scritta, con i romanzi. E poi c’è anche il fatto che, quando scrivi, devi parlare di cose che conosci, anche se i personaggi sono lontani da te, nel bene e nel male, diversi da te, devi renderli vivi e quindi un espediente può essere quello di utilizzare situazioni, ricordi e ambienti che conosci bene ma non solo. Chi scrive è un ladro, innanzitutto ruba nella propria memoria e attinge dal suo pozzo personale, e anche da quello della gente che conosce o che ha solo furtivamente incontrato. Quindi stai attento!

Hai già cominciato il tour per la presentazione di Buonasera (signorina). Puoi raccontarci come ti hanno accolto i fan nella varie tappe realizzate finora, e quale episodio accaduto nei vari reading e incontri con l’autore ti ha colpito o reso particolarmente felice?

Non parlerei di fan ma di amici vecchi e nuovi, perché man mano che vado avanti con le presentazioni, in una sorta di continuità con quelle realizzate per Milano Pastis, la mia platea di amici lettori si allarga. Riesco, poi, a rimanere in contatto con alcune delle persone conosciute durante i diversi incontri. Non si tratta mica di fan, ma di persone con cui stringo amicizia.
Tutte le presentazioni mi rendono felice, perché durante questi incontri emerge forse la mia essenza. Prima ho paura, una paura terribile di parlare e mettermi in mostra: sono un timido, ansioso, fobico sociale. Quando comincio a parlare mi apro e mi diverto: sono pure un narcisista. Poi quando presento nei luoghi in cui ho vissuto o dove ho posto le basi della mia vita e incontro l’affetto di tante persone, allora mi dico che forse non ho fatto solo cavolate durante la mia esistenza; il senso di inadeguatezza che mi accompagna eternamente svanisce, almeno per qualche ora.

Rispetto al tuo primo giallo, cosa deve aspettarsi il lettore di diverso immergendosi in questa indagine?

Milano Pastis era ispirato a un fatto realmente accaduto, la rapina di via Monte Napoleone del 15 aprile 1964, Buonasera (signorina) è un romanzo di fantasia, c’è solo qualche spunto preso dalla realtà. Milano Pastis è un romanzo corale, con tanti personaggi, proprio per questo ho utilizzato la terza persona. In Buonasera (signorina) mi interessava sottolineare le angosce, le ansie, le gioie e le aspettative del protagonista, sposarne il punto di vista, guardare tutto con i suoi occhi da reietto e da finto cinico; quindi ho utilizzato la prima persona. Milano Pastis è al presente, l’azione per il lettore è qui e ora, anche se è un qui e ora che riporta il lettore al ’64. In Buonasera (signorina) c’è il “c’era una volta”; è come se qualcuno ci raccontasse una storia davanti a un camino acceso e, quindi, i verbi sono al passato. Milano Pastis è una storia criminale, Buonasera (signorina) si avvicina di più al giallo, c’è l’indagine, c’è l’investigatore, ovviamente – prima di tutto – c’è il delitto, ma è più tendente all’hard boiled, il genere degli investigatori duri che affrontano l’azione. Solo che è un hard boiled particolare, perché il mio investigatore, invece di affrontare l’azione, quando può evitare lo scontro, scappa a gambe levate.

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I lettori della provincia di Catania troveranno il libro Buonasera (signorina) di Davide Pappalardo, che è ordinabile in tutte le librerie e acquistabile online, sugli scaffali dei seguenti punti vendita:

Libreria Punto e Virgola, Corso Savoia 155 Acireale (CT);
Edicola Brischetto, Piazza Europa, Acireale (CT);
Libreria Almanacco – Bottega Enghera, via Oreste Scionti 36 Acireale (CT);
Cartoleria dell’Etna, Piazza Regina Elena 13, S. Venerina (CT);
Libreria Ubik, Corso Umberto 214, Acireale (CT).

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