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Ferrovie siciliane: soluzioni per modernizzazione

Ferrovie e disagi, la Regione scende in campo. Reti ferroviarie siciliane: incontro tra l’AD Gentile e il ministro Lezzi.

di Raffaele Bella

Nell’incontro tra l’amministratore delegato di RFI, ing. Maurizio Gentile, il ministro del Sud, on. Barbara Lezzi, e l’assessore regionale alle Infrastrutture, on. Marco Falcone, si è tornati a parlare delle gravi condizioni in cui versano le reti ferroviarie siciliane.

Il ministro ha promesso uno stanziamento da 1,7 miliardi di euro che il Comitato interministeriale per la programmazione economica dovrà inserire in una delle prossime delibere per il completamento ed il potenziamento della tratta Palermo-Catania. Quest’ultima andrà a rappresentare una delle prime linee ad alta capacità della regione. Questo stanziamento si va ad aggiungere ai 2,42 miliardi risalenti al febbraio del 2013 e agli 800 milioni dello “Sblocca Italia” dell’anno successivo.

Ciò dovrebbe assicurare il pieno completamento dell’opera entro i termini previsti, ossia il progetto di un treno ad alta capacità per collegare i maggiori capoluoghi del territorio previsto da un precedente Contratto istituzionale di sviluppo che ne andava a sottolineare l’importanza strategica sia a livello locale ma anche, e soprattutto, a livello nazionale ed europeo: la tratta Palermo-Catania andrà, infatti, a comporre una parte del grande asse ferroviario trans-europeo, in questo caso andrà a completare il cosiddetto corridoio scandinavo-mediterraneo che metterà in collegamento la Sicilia e Malta con i Paesi nord-europei come Scandinavia, Germania e Austria.

Il rinnovato interesse sul potenziamento della tratta Palermo-Catania potrebbe essere il primo passo per un progetto più ampio sulla rete ferroviaria siciliana e sulla necessità di ulteriori interventi che questa richiede. Nonostante la grande estensione il trasporto ferroviario non ha subito ammodernamenti sostanziali da decenni, basti ricordare che solo 223 chilometri di rotaie su un totale di 1.369 chilometri risulta essere a doppio binario, che ancora 578 chilometri risultano essere linee non elettrificate e che i convogli siciliani sono tra i più vecchi in Italia con un’età media di 19,5 anni rispetto a quella nazionale di 15,4. Tutto ciò comporta sia un rallentamento generale della rete, il collegamento tra capoluoghi di provincia viaggia, infatti, ad una velocità media di km/h 56,5, e sia una diminuzione della domanda di mobilità dei siciliani.

Come viene sottolineato più volte dal rapporto “Pendolaria” prodotto annualmente da Legambiente, la mobilità ferroviaria siciliana è ancora carente ed antiquata e servirà ancora tempo e investimenti costanti per una adeguata modernizzazione.

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