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Politica: Oltre gli steccati di parte

Articolo di Filippo Minacapilli 

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Chi è chiamato al Governo della Cosa Pubblica, sia esso parlamentare, sia esso designato alla formazione dell’Esecutivo, deve sapersi spogliare dall’io individuale per farsi soggetto sociale, soggetto collettivo, soggetto autenticamente politico. Non può e non deve rimanere chiuso in schemi personali che lo portino al rifiuto di scelte o di persone che non siano concordanti a pieno con la propria visione o con la propria idea su ciò che bisognerebbe fare  nell’immediato o nel medio-lungo periodo.
Il Parlamentare è eletto per perseguire fini collettivi, per concorrere alla formazione del Governo, per essere di opposizione allo stesso se egli appartiene ad un partito che non ne condivide le fondamenta e gli scopi. Ma non può essere di opposizione preconcetta per motivi personali. A volte si è chiamati a condividere decisioni non ottimali, e, se occorre, a dare il proprio consenso a parti o a soggetti politicamente lontani se ciò risponde ad esigenze dei  Cittadini e della Comunità.
Non è ammissibile assistere, come accade in questi giorni in presenza della possibile formazione del nuovo Governo, a veti incrociati, a prese di posizione personali, a distinguo frutto di rigidi steccati mentali, venendo meno, così, alle aspettative primarie del Paese, quelle di avere un Governo!
Meraviglia maggiormente che le divergenze provengano da parlamentari del partito, o meglio, della coalizione di maggioranza relativa che, pur condizionata dai numeri  a non poter creare un governo da sola, vede al suo interno “malpancisti” pronti a sfasciare qualsiasi idea di composizione governativa pur di soddisfare il  loro ego per certi aspetti narcisistico.
Il Paese aspetta, ha fiducia, vuole, spera in un Governo onesto e pulito, al di là delle coloriture partitiche, al di là delle beghe interne ai partiti, al di là delle mire puerili di qualche parlamentare.
Né, allo stesso tempo, è ammissibile che si condizioni il varo del Governo a punti programmatici di una parte. Non è segno di sconfitta rinunciare a  propositi, pur legitttimi, che hanno il sapore più di demagogica volontà che, piuttosto, di reale desiderio di dare risposte soddisfacenti ai cittadini.   Verrebbe da dire che siamo in un  contesto politico schizofrenico. Da un lato proclami di responsabilità senza “se” e senza “ma”, dall’altro la “guerra fredda” che appaga gli egoismi dei singoli che non vedono oltre il proprio orticello ideologico o para-ideologico. La Gente non ha bisogno di crociate funzionali a rendite di parte. La Gente ha bisogno di atti concreti che derivino dal concorso di tutti, in maniera responsabile e scevri da calcoli elettoralistici. La Comunità va servita, non ci si serve di essa!

 

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